Navigazione superveloce con le Accelerated Mobile Pages

In questo ultimo periodo Google si sta dando da fare con l’implementazione della sua strategia pro-mobile. Ormai è chiaro a tutti che il mercato si è spostato nettamente in una direzione e i giganti del web si stanno comportando di conseguenza.

L’annuncio di qualche tempo fa dello sdoppiamento del motore di ricerca di Google, uno per i dispositivi portatili e l’altro per i pc, va a segnare nettamente la necessità di avere siti internet perfettamente attrezzati per la visualizzazione da smartphone e tablet.

Una delle nuove introduzioni entrate prepotentemente in questi giorni sono le AMP, ovvero le Accelerated Mobile Pages, un particolare formato web in grado di cambiare per sempre il nostro modo di navigare, in particolar modo la velocità.

Di che si tratta?

Le AMP sono pagine web libere da fronzoli, costruite per una modalità di lettura particolare che prevede in buona sostanza la visualizzazione del testo dell’articolo e l’immagine principale: come risultato si avrà il deciso aumento della velocità di caricamento della pagine stesse.

Il codice che sta alla base di tutto questo è ripulito da ogni linguaggio aggiuntivo, come il JavaScript, al fine di togliere pesantezza alla pagina e garantendo così la visualizzazione in un quarto del tempo in media.

Una rivoluzione quindi, interamente dedicata al mercato mobile: le AMP infatti non sono adottate per i sistemi desktop, data la presenza in quest’ultimi di schermi di più grandi dimensioni e di specifiche tecniche adeguate a rendere pagine anche molto complesse.

Le AMP: un formato destinato ad avere successo

Già alcuni giornali italiani, come la Stampa e il Corriere della Sera per fare alcuni nomi, hanno adottato questo format per la diffusione di alcune loro notizie: questa soluzione risulta infatti particolarmente adatta a chi svolge attività legate in qualche modo al mondo dell’informazione.

Le AMP non sono proprietà di Google ma sono open source e disponibili per tutti gli sviluppatori su GitHub. Il famoso motore di ricerca ha solo deciso di adottarle, anche in antagonismo con gli Instant Articles di Facebook.

Google capterà e caricherà automaticamente gli articoli impaginati in questa maniera, conservandone una copia nella sua cache: come conseguenza si avrà un ulteriore aumento della velocità di visualizzazione dei contenuti. In aggiunta a questo, si potrà godere della maggiore visibilità nelle ricerche, poiché le AMP verranno mostrate fra i primi risultati.

La continua sfida dei siti responsive e del mobile

A noi di Motivo Network sembra ogni giorno più chiaro che il mercato ha preso una direzione ben precisa: appoggiare gli utenti che utilizzano lo smartphone o il tablet e in generale i dispositivi portatili per la vita di tutti i giorni.

Un domani probabilmente si navigherà solo da cellulare e non ci è dato sapere con quali innovazioni tecnologiche in più in arrivo sul breve e lungo termine. Di sicuro quello che si prospetta è un mondo mobile friendly ed ognuno di noi deve essere pronto.

Un sito non perfettamente visibile su tutti i dispositivi è e sarà sempre più penalizzato in questo web in continuo cambiamento: Motivo Network è al tuo fianco per aiutarti ad interpretare le nuove direzioni del mercato e fornirti di servizi web orientati al mobile.

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Che cos’è il MobileGeddon? Cosa comporta per i siti di tutto il mondo? Soprattutto, che conseguenze ci sono per le aziende italiane?

Chi segue il web e le sue vicende sa che il 21 Aprile 2015 è stato un giorno atteso con curiosità ed inquietudine: è avvenuto il tanto famigerato MobileGeddon. L’algoritmo di Google, che determina l’ordine di apparizione dei siti nel motore di ricerca, è stato aggiornato e modificato, lasciando web master e sviluppatori di tutto il mondo con il fiato sospeso.

In realtà, il MobileGeddon è stato semplicemente la naturale evoluzione di una tendenza in atto da qualche anno e di cui abbiamo già parlato qui: le ricerche eseguite tramite device mobile hanno superato in tutto il mondo le ricerche eseguite da desktop. E non è difficile immaginare perché: è molto più comodo cercare informazioni stesi a letto, seduti sul divano, al bancone del bar o, perchè no, in bagno, anziché spostarsi fino allo schermo del computer.

L’aggiornamento dell’algoritmo di Google asseconda ed anzi accelera questa tendenza. Ovvero, i siti non ottimizzati per essere facilmente accessibili tramite mobile verranno penalizzati con un posizionamento inferiori agli altri.

Per essere alle prime posizione un sito deve quindi essere mobile-friendly: in questa esotica accezioni sono da includere la corretta impostazione delle viewport, che adatta le varie pagine del sito alle dimensioni degli schermi di smartphone e tablet, la presenza di contenuti fruibili da ogni device, l’usabilità del sito e molti altri parametri.

Quali sono le conseguenze di MobileGeddon sulle aziende italiane? Semplicemente, i siti mobile-friendly sono oggi, a tutti gli effetti, una realtà con cui le imprese italiane devono confrontarsi.

Ciò vale soprattutto per quelle imprese (e per fortuna sono sempre di più) che sanno vedere le potenzialità di una strategia di comunicazione basata sul web: non sarebbe piacevole infatti vedere il proprio sito, per quanto ben fatto, perdere posizioni in favore di siti di aziende concorrenti.

Come fare a capire se un sito web rispetta i parametri previsti dal nuovo algoritmo di Google? È sufficiente eseguire questo test. Il test è superato? Bene. Il test è fallito? Visitate questa pagina e scoprite cosa potete fare per il vostro sito web.

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