La qualità deriva dall’esperienza: la partnership con Aruba Business

Dietro l’economicità di un qualcosa abbiamo tutti imparato che spesso non c’è una qualità sufficiente a sostegno. Proprio per questo Motivo Network cerca da sempre di fornire i servizi web che siano efficaci e di qualità, anche se per tutte le tasche. Da circa un anno infatti siamo partner Aruba Business: avevamo già affrontato questo argomento a luglio dell’anno scorso con una news dedicata.

A questa distanza di tempo possiamo dire di aver dato veramente un valore aggiunto ai nostri clienti, appoggiandoci alle soluzioni di hosting e cloud di un’azienda che nasce nel 2015 ma che dietro di sé ha tutta l’esperienza del gruppo Aruba.

Quest’ultimo è presente sul mercato dal 1994 ed ha saputo diversificare i propri servizi, offrendo sempre prodotti in linea con le nuove richieste di tecnologia, performance e sicurezza.

I vantaggi di un’infrastruttura Aruba Business

Aruba Business mette a disposizione dei professionisti che si rivolgono a loro un’infrastruttura seria, raggiungibile il 99.9% delle volte tramite la navigazione internet: significa che il tuo sito sarà praticamente sempre online e trovabile dai tuoi clienti.

Anche i motori di ricerca beneficiano di questo: trovando sempre il sito online durante i loro periodici controlli infatti non lo penalizzeranno nelle ricerche.

Un altro fattore importante di cui ci siamo accorti subito è l’alta velocità di risposta delle pagine web: la navigazione è scorrevole e piacevole, altro fattore fondamentale sia per gli utenti sia per Google, Bing e gli altri motori.

La cosa più importante per noi comunque resta la soddisfazione dei nostri clienti, i quali hanno potuto apprezzare la qualità della nostra partnership con Aruba Business.

Rivolgiti a noi per un sito veloce e full responsive

Per restare sempre al passo con i tempi con un web che cambia ogni giorno è importante avvalersi di servizi internet dedicati ed innovativi. Proprio per questo noi di Motivo Network selezioniamo da sempre gli strumenti e le tecnologie migliori per chi si rivolge a noi.

Desideri un sito web veloce, sempre trovabile da chi cerca i tuoi contenuti e la garanzia di avere sempre un’assistenza sempre pronta ad aiutarti in caso di problemi? Approfitta anche tu dell’alta qualità di quello che proponiamo!

Ti abbiamo incuriosito e vuoi saperne di più?
Siamo a tua disposizione per qualsiasi informazione: contatta subito i nostri esperti, senza alcun impegno.

Il mobile friendly e le AMP: presente e futuro

Abbiamo già affrontato più volte il discorso sulle Accelerated Mobile Pages, meglio note come AMP, le snellissime nuove pagine web dalla tecnologia open source che tanto stanno a cuore a Google.

Come introduzione ti proponiamo la lettura di questo articolo che ti illustrerà cosa sono e come funzionano. Qualche mese va è stato annunciato anche il lancio delle AMP in versione Lite, dalla navigazione ancora più leggera.

Queste nuove pagine web come vedi sono già in circolazione da qualche tempo e siamo sicuri che anche tu ci sia incappato più di qualche volta durante la tua navigazione, magari leggendo le notizie di qualche quotidiano online o usando app dedicate come Google News.

Big G sta puntando molto su un nuovo web più leggero e fruibile per i propri utenti e lo dimostra ancora di più con l’annuncio di una certificazione ufficiale per chi lavora con il mobile friendly e le AMP.

Google e l’esame con certificazione per i siti mobile

Questa nuova iniziativa è disponibile per tutti coloro che sono Google Partners: una vera e propria “Mobile Sites Certification” che richiederà a chi si applicherà la conoscenza profonda del mondo mobile friendly.

La verifica che ogni persona dovrà sostenere avrà 65 domande a risposta multipla con la formula vero/falso. Gli argomenti da affrontare riguarderanno la creazione, la gestione, la misurazione delle performance e l’ottimizzazione dei siti web mobile; l’esame è rivolto a programmatori, marketers, esperti SEO e in generale a chi lavora con i siti web mobile.

La necessità di velocità nella navigazione è senz’altro il perno centrale che sta sotto a tutto questo, velocità che conferma quindi il suo ruolo per il futuro dello sviluppo di internet.

Se vuoi saperne di più su questo argomento puoi consultare questo articolo da Searchenginejournal.com.

L’importanza di un sito veloce e responsive

In mondo sempre più mobile centrico Google segna la strada da seguire. Questo percorso è già chiaro da tempo e noi di Motivo Network lo diciamo da sempre: il web del prossimo futuro sarà mobile e dovrà puntare sulla velocità di fruizione dei contenuti.

Proprio per questo proponiamo ogni giorno ai nostri clienti siti responsive dedicati, in grado di riorganizzare il loro aspetto a seconda dello strumento usato per la consultazione, smartphone, tablet o computer.

È importante che ogni contenuto importante appaia sempre in primo piano e che sia quindi sempre trovabile facilmente. Per quanto riguarda la velocità puoi contare anche sulla grande qualità dell’hosting alla base grazie alla nostra partnership con Aruba Business.

Vuoi restare sempre aggiornato sui temi relativi all’evoluzione del web? Continua a seguirci sul nostro blog. Se invece pensi che sia il caso di dare un nuovo look al tuo vecchio sito web o desideri un nuovo sito responsive e mobile friendly mettiti senza impegno in contatto con il nostro staff.

Internet: la lenta corsa dell’Italia

La Regione Veneto ha rilasciato un numero interessante nella sua rubrica Statistiche Flash del mese di Novembre, riguardante la situazione sul digitale soprattutto nel nostro territorio.

Ricorderai senz’altro gli obiettivi dettati dall’Unione Europea riguardanti la diffusione della banda larga e della banda ultralarga in tutti gli stati membri: ne avevamo parlato in una news di qualche tempo fa e lo scenario che ne era emerso non era dei più rosei.

Il nuovo studio della Regione Veneto conferma la lentezza nel raggiungimento degli obiettivi nazionali: il Digital Economy and Society Index (DESI) ci ha dato il punteggio di 0,40 sulle prestazioni digitali nel 2016, in una scala da 0 a 1.

Siamo al 25° posto in Europa, anche se resta da dire che nell’ultimo anno abbiamo registrato in proporzione più progressi degli altri stati in media.

Aumenta la domanda di internet, infrastrutture in timida ripresa

Anche il Veneto è in ritardo strutturale per quanto riguarda la fornitura di servizi ad almeno 30mbps e di banda ultralarga. Dall’altro lato abbiamo un aumento della domanda da parte degli utenti.

Nel 2015 il 68% degli abitanti è risultato connesso ad internet, segnando così un +7% rispetto all’anno precedente e superando la media italiana, ferma al 63%. Se il trend dovesse venire confermato anche nei prossimi anni, raggiungere la quota del 75% di popolazione connessa sarebbe più che una possibilità.

Dobbiamo dire che non è l’unico segnale incoraggiante: lo studio del DESI sopracitato mette l’Italia dentro i paesi europei in recupero digitale e Infratel, società di proprietà del Ministero dello Sviluppo Economico, vede ottimi segnali negli investimenti da parte degli operatori privati, i quali dovrebbero essere determinanti già entro il 2018.

Se si aggiungono i quasi 400 milioni di euro investiti fra stato, regione e fondi europei per il raggiungimento degli obiettivi di banda larga entro il 2020 anche noi di Motivo Network ci sentiamo cautamente ottimisti: almeno una parziale riuscita dovrebbe essere garantita.

La speranza è l’ultima a morire

La situazione in Veneto e più in generale in Italia va comunque tenuta a regime e non può permettersi di subire rallentamenti. Il digitale rimane un vettore fondamentale di ogni paese che vuole avere un futuro.

Il ritardo nella realizzazione di infrastrutture base crea problemi ogni giorno, rallentando gli investimenti in entrata e l’apertura di nuovi business nel nostro paese. La nostra speranza è che nei prossimi due anni l’Italia dia un segnale forte al mondo.

Vogliamo e dobbiamo esserci non solo con reti adeguate ma anche con servizi competitivi nei prezzi, sia per privati che per aziende.

Il nostro compito come Motivo Network sarà sempre quello di accompagnare i nostri clienti verso il futuro, aiutandoli a promuovere prodotti e servizi nel nostro territorio e all’estero.

A risentirci al più presto con un’altra news dedicata al mondo digitale.

Le due nuove SERP: un approfondimento

È notizia di ormai un po’ di tempo fa che Google stia lavorando alla separazione completa fra ricerche desktop e ricerche mobile. Sempre in tempi recenti l’azienda di Mountain View ha introdotto le Accelerated Mobile Pages, pensate per dare un’esperienza di lettura veloce e snella alle utenze in mobilità.

Queste due strategie la dicono lunga sulle politiche a lungo termine di BigG nei confronti delle ricerche internet. Forse è meglio ribadirlo ancora una volta: il futuro, soprattutto quello immediato, è mobile.

Qualcuno con l’avvento delle AMP aveva visto la possibilità di avere contenuti pronti ed impaginati per smartphone e tablet senza la necessità di avere un sito mobile friendly: purtroppo per loro non è così.

Google conferma: le AMP non fanno il sito mobile

Ce lo conferma Maile Ohye di Google rispondendo ad una domanda diretta alla conferenza State of Search, svoltasi a metà novembre a Dallas (TX).

Se il motore di ricerca non troverà una struttura mobile friendly o responsive su un sito, indicizzerà solo la versione desktop, anche se il sito possiede una versione AMP.

Le Accelerated Mobile Pages verranno prese in considerazione solo se il sito ha una versione mobile first completa alla base, come conferma Gary Illyes di Google ad una richiesta di precisazione:

Un sito mobile friendly è la tua porta per il futuro

Non ci è giunta notizia di siti ancora solo in versione desktop con anche contenuti AMP, ma una precisione in questo senso andava fatta. Se si vuole essere presenti su entrambe le SERP di ricerca bisognerà avere anche un sito ottimizzato per tablet e smartphone.

Noi di Motivo Network seguiamo da sempre le evoluzioni del più famoso motore di ricerca al mondo per poter fornire ai nostri clienti i migliori servizi internet e dare loro tutta la visibilità che cercano.

Se stai pensando di integrare una versione mobile friendly nel tuo sito o desideri un restyling completo, puoi rivolgerti senza preoccupazioni a noi e alla nostra esperienza nel settore.

Studieremo con te le migliori strategie per far conoscere la tua realtà e i tuoi servizi, offrendo soluzioni semplici, smart e convenienti. Se vuoi saperne di più, puoi contattarci senza impegno.

Obiettivi banda larga 2020: una farsa?

Abbiamo voluto iniziare con una provocazione questo articolo perché purtroppo in Italia sembra che le cose non vadano esattamente come ognuno di noi si aspetterebbe.

Ricorderai sicuramente le promesse del Piano Strategico Banda Ultra Larga di cui abbiamo parlato qualche tempo fa. Entro il 2020 l’obiettivo è arrivare almeno a 30mb di connessione in tutto il territorio nazionale: forse non ci eravamo soffermati adeguatamente sul quel “tutto”, altrimenti ci sarebbe stato da rabbrividire.

In realtà la situazione nel nostro paese è ben peggiore di quanto ci si potrebbe aspettare; inoltre, i dati di cui disponiamo sono sempre parziali e questo rende non poco difficoltoso districarsi fra propaganda e verità.

La situazione reale in Italia

Abbiamo consultato di recente il sito ufficiale Infratel Italia, del Ministero dello Sviluppo Economico. A dispetto del dato nazionale complessivo dichiarato (96.9% di copertura fra i 2 e i 20mb) ci sono i dati sui singoli comuni nelle schede regionali.

Abbiamo controllato in particolare la situazione in Veneto: è a dir poco preoccupante, come ti sarà chiaro andando a questo link. Nel peggiore dei casi qui registrati l’Adsl manca a quasi il 97% della popolazione e sono più di 160 i comuni dove la copertura non è totale.

La linea fisica di base, su cui per anni si sono costruiti i servizi di telefonia in Italia, è stata saldamente nelle mani di SIP prima, per poi passare a Telecom, oggi TIM: dove non passa la loro rete di sicuro non arrivano nemmeno i competitor.

L’amara verità: l’obiettivo banda larga è molto distante

Qui a Motivo Network abbiamo avuto modo di confrontare i dati Infratel con la verifica copertura Adsl di TIM. Ti invitiamo a fare lo stesso: ti basterà fare una ricerca a caso, in qualche comune non sempre proprio sperduto, per renderti conto che in molte zone effettivamente non c’è copertura Adsl: il che significa nemmeno 1mb di connessione, probabilmente solo la 56k.

Durante la ricerca incrociata abbiamo notato che la verifica copertura TIM dava talvolta risultati anche peggiori. La sottile differenza potrebbe stare nel fatto che i dati Infratel riguardano la popolazione attualmente connessa, non la capillarità della linea su tutte le strade: questo spiegherebbe l’assenza di linea in alcune vie di comuni a 100% di presenza Adsl.

Torniamo alla domanda iniziale: farsa o no, il problema italiano è serio e andrebbe affrontato subito. L’assenza quasi totale dell’Adsl in alcune zone d’Italia le renderà disabitate nel giro di qualche tempo.

Nessuna persona vuole trasferirsi in zone tagliate fuori dal mondo ma, soprattutto, nessuna azienda avrà interesse ad aprire e portare lavoro in un luogo dove manca questa infrastruttura di base.

Non ci resta che tenere come sempre la situazione monitorata, sperando come sempre in un miracolo (come sempre una delle migliori prospettive in Italia).

Banda larga: facciamo il punto

Avevamo affrontato l’argomento già l’anno scorso e ci eravamo lasciati con una punta di ironia su quanto stava succedendo. L’Italia è passata a parlare della banda ultralarga senza nemmeno aver ultimato la costruzione delle linee per la banda larga. A questa distanza di tempo possiamo affermare che le cose continuano a procedere a rilento e che siamo ben lungi dal vedere la fine del tunnel anche per le reti a 30mbps. Vediamone il dettaglio assieme.

La situazione italiana

Ad oggi la banda larga in Italia serve il 35.4% del territorio nazionale. Le ambizioni del Governo e del Ministero dello Sviluppo Economico vorrebbero portare questa cifra al 100% entro il 2020: a distanza di un anno quindi nessun dietrofront sull’ambizioso obiettivo prefissato. Il podio per il momento va alla Calabria con il 76% di territorio cablato, seguita dalla Campania con il 65.2% e dalla Puglia con il 53.8%. Medaglia di legno al Lazio che raggiunge il 51.8%. Il nostro Veneto ottiene solo il 25.2% della copertura, probabilmente a causa della grande antropizzazione del territorio: l’azione infatti qui riguarda ben 579 comuni. Certo la questione è solo parzialmente giustificabile per una delle regioni più trainanti per quanto riguarda la produzione in Italia. Anche Lombardia e Piemonte sono ferme rispettivamente al 23.1% e al 26.4%, con una ovvia concentrazione delle infrastrutture sui grandi centri.

Le ambizioni e il confronto con l’Europa

Il dato nazionale del 35.4% di copertura fa impallidire quando lo si confronta con il 58% dei dati europei complessivi. La banda ultralarga, partita da un più di un anno, è ferma al 11% ed alcuni bandi regionali sono partiti solo di recente, dilatando i tempi di riuscita. La media europea è poco più su, al 18.7%. Ma non è il caso di esultare perché, come ricordato più sopra, da noi l’impegno sarà duplice: banda larga e banda ultralarga in parallelo. Ma qual è l’obiettivo del Governo per quest’ultima? Portare entro il 2020 il 35.4% della popolazione a poterne usufruire. L’impegno sembra ribadito dalla comparsa recente di un sito dedicato all’impresa, voluto dal Ministero dello Sviluppo Economico e dove si può seguire in diretta l’evoluzione del progetto.

La banda larga e il lavoro con internet

Non ci stancheremo mai di dire che l’Italia è in ritardo disarmante rispetto ad altri paesi nella dotazione di un’infrastruttura degna. Ogni paese moderno che si rispetti dovrebbe essere in grado di offrire ai propri cittadini i mezzi per poter crescere ed esprimere tutte le potenzialità, in tempi ragionevoli. Chi come noi di Motivo Network lavora con internet attende con ansia il potenziamento delle linee, con lo switch off del cablaggio in rame in favore della fibra ottica. È necessario, oggi come non mai, un accordo e una collaborazione attiva fra pubblico e privato: ne va della competitività del paese. La qualità e la velocità della trasmissione dei dati permettono alle aziende di svilupparsi e conquistare nuovi mercati, erogando servizi più competitivi. Restiamo come sempre in attesa di buone nuove: terremo la situazione monitorata, proprio perché interessa tutti da vicino. A presto, speriamo!

Banda ultralarga in Italia: cosa ne dice il governo? Vediamo in breve i piani dell’Italia per lo sviluppo digitale.

Viene approvato in questi giorni il piano “Strategia italiana per la banda ultralarga”: si tratta del più ambizioso passo dell’Italia verso un’evoluzione delle infrastrutture per la trasmissione di dati digitali. In particolare, il piano prevede il passaggio obbligatorio dalla tradizionale rete in rame a quella in fibra entro il 2020, il tutto a spese dello Stato.

Anzitutto, cosa cambierebbe nel passaggio alla banda ultralarga?

Per definizione, è una rete con velocità superiore ai 30 Megabit per secondo, che potenzialmente può arrivare ai 100 Megabit (ad oggi in Italia si arriva al massimo ai 20 Megabit). Una tale velocità permette non solo a navigare più veloce ma anche di accedere a servizi più evoluti come la fruizione di film e programmi di intrattenimento. Per le aziende, la banda ultralarga comporterebbe una maggiore facilità nel maneggiare file di grandi dimensioni, nelle videoconferenze, nell’utilizzo di reti ad alta attività. Come abbiamo già spiegato qui, l’Italia non è mai stata ai primi posti in quanto a velocità di rete: questo piano, qualora venisse effettivamente tradotto in essere, porterebbe finalmente il Bel Paese alla pari con il resto d’Europa, adeguandosi agli standard internazionali in fatto di Internet e telecomunicazioni.

In cosa consiste questo piano?

Non si tratta di un decreto ma di una “presa d’atto” da parte del Consiglio dei Ministri: tanto è sufficiente per poter accedere ai fondi europei che, insieme ai fondi nazionali, porterebbe il finanziamento a 6 miliardi di Euro, che dovrebbero venire utilizzati per incentivare i vari operatori (Telecom in testa) a fare ulteriori investimenti, così da coprire tutto il territorio nazionale.

Obiettivo (ambizioso) del piano è portare tutta Italia alla soglia minima dei 30 Megabit, ed almeno un italiano su due a 100 Megabit. Punto nodale del piano sarà quindi la progressiva “rottamazione” della vecchia rete in rame. Per evitare complicazioni e disservizi, lo switch off del rame avverrebbe solo nella fase finale del passaggio: dopo che un operatore avrà portato la banda larga in una zona, gli utenti avranno fino a dodici mesi per fare il passaggio. La differenza di prezzo tra i servizi verrebbe copertà da un voucher costituito da fondi pubblici. Il rischio, ovviamente, è quello cadere nel vortice di vicoli ciechi legislativi e buchi neri burocratici tipicamente italiano, che rischierebbe di compromettere o rallentare un passaggio ad una nuova tecnologia di cui l’Italia ha un bisogno disperato. Come si dice, lo scopriremo vivendo…

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