Avevamo affrontato l’argomento già l’anno scorso e ci eravamo lasciati con una punta di ironia su quanto stava succedendo. L’Italia è passata a parlare della banda ultralarga senza nemmeno aver ultimato la costruzione delle linee per la banda larga.
A questa distanza di tempo possiamo affermare che le cose continuano a procedere a rilento e che siamo ben lungi dal vedere la fine del tunnel anche per le reti a 30mbps.
Vediamone il dettaglio assieme.
Ad oggi la banda larga in Italia serve il 35.4% del territorio nazionale. Le ambizioni del Governo e del Ministero dello Sviluppo Economico vorrebbero portare questa cifra al 100% entro il 2020: a distanza di un anno quindi nessun dietrofront sull’ambizioso obiettivo prefissato.
Il podio per il momento va alla Calabria con il 76% di territorio cablato, seguita dalla Campania con il 65.2% e dalla Puglia con il 53.8%. Medaglia di legno al Lazio che raggiunge il 51.8%.
Il nostro Veneto ottiene solo il 25.2% della copertura, probabilmente a causa della grande antropizzazione del territorio: l’azione infatti qui riguarda ben 579 comuni. Certo la questione è solo parzialmente giustificabile per una delle regioni più trainanti per quanto riguarda la produzione in Italia.
Anche Lombardia e Piemonte sono ferme rispettivamente al 23.1% e al 26.4%, con una ovvia concentrazione delle infrastrutture sui grandi centri.
Il dato nazionale del 35.4% di copertura fa impallidire quando lo si confronta con il 58% dei dati europei complessivi.
La banda ultralarga, partita da un più di un anno, è ferma al 11% ed alcuni bandi regionali sono partiti solo di recente, dilatando i tempi di riuscita. La media europea è poco più su, al 18.7%. Ma non è il caso di esultare perché, come ricordato più sopra, da noi l’impegno sarà duplice: banda larga e banda ultralarga in parallelo.
Ma qual è l’obiettivo del Governo per quest’ultima? Portare entro il 2020 il 35.4% della popolazione a poterne usufruire.
L’impegno sembra ribadito dalla comparsa recente di un sito dedicato all’impresa, voluto dal Ministero dello Sviluppo Economico e dove si può seguire in diretta l’evoluzione del progetto.
Non ci stancheremo mai di dire che l’Italia è in ritardo disarmante rispetto ad altri paesi nella dotazione di un’infrastruttura degna. Ogni paese moderno che si rispetti dovrebbe essere in grado di offrire ai propri cittadini i mezzi per poter crescere ed esprimere tutte le potenzialità, in tempi ragionevoli.
Chi come noi di Motivo Network lavora con internet attende con ansia il potenziamento delle linee, con lo switch off del cablaggio in rame in favore della fibra ottica.
È necessario, oggi come non mai, un accordo e una collaborazione attiva fra pubblico e privato: ne va della competitività del paese. La qualità e la velocità della trasmissione dei dati permettono alle aziende di svilupparsi e conquistare nuovi mercati, erogando servizi più competitivi.
Restiamo come sempre in attesa di buone nuove: terremo la situazione monitorata, proprio perché interessa tutti da vicino.
A presto, speriamo!