Stando agli studi effettuati da Bromium Labs, azienda californiana specializzata nella sicurezza informatica, è Internet Explorer il software con più bug, ovvero “crepe” nel sistema che gli hacker possono usare per entrare e far danni.
Bromium Labs è una startup di Cupertino (California) specializzata in sicurezza informatica. Per esser più precisi, Bromium Labs è uno dei colossi della sicurezza informatica. A livello mondiale.
In sostanza, se Bromium Labs dice che un software è poco sicuro, il creatore del software fa bene a preoccuparsi…
Non a caso, quando l’anno scorso il rapporto redatto da Bromium ha sancito che la piattaforma Oracle era il software più vulnerabile che gli fosse capitato sotto mano, i proprietari di Oracle hanno tirato i remi in barca e hanno eliminato la maggioranza delle falle.
L’ultimo studio eseguito da Bromium Labs si è concentrato sui browser. E – guarda un po’! – ne è risultato che il browser più vulnerabile agli attacchi informatici è Internet Explorer, applicazione per la navigazione del web sviluppata da Microsoft.
Per chi bazzica il web, che Internet Explorer non fosse il browser più affidabile (e lento) sul mercato era noto già da un pezzo, come denunciano le numerose vignette e “meme” sull’argomento che affollano forum e social nerwork.
A peggiorare la situazione c’è anche un netto trend negativo: gli studi di Bromium Labs indicano infatti che il livello di vulnerabilità dell’applicazione è aumentato di più del 100% in un anno, e niente lascia pensare che le prestazioni miglioreranno. Gli hacker di tutto il mondo, per i quali il browser di Microsoft è da sempre uno dei bersagli designati, possono quindi continuare a dormire sonni tranquilli.
Lo stesso non si può dire per gli utenti finali di Internet Explorer, che, nonostante le scarse prestazioni rilevate negli ultimi anni continuano, ad essere numerosi! Secondo dati aggiornati a maggio 2013, ben il 27% degli utenti si serve di Internet Explorer, che si è configurato quindi come secondo browser più usato dopo Chrome (40%).
“Continuiamo così. Facciamoci del male.”