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L’Italia che riparte

Il supporto dei social e prossimità: la normalità creata dall’emergenza Covid-19 riscrive abitudini e [...]

Il supporto dei social e prossimità

La normalità creata dall'emergenza Covid-19 riscrive abitudini e relazioni: il digitale si è trasformato in un moltiplicatore di opportunità, non più un elemento accessorio. Il DIGITALE è diventato un valore aggiunto nel fare impresa, centrale nella riorganizzazione della filiera, nella ridefinizione dei processi, nella riscrittura di narrazioni, nel ripensamento dei mercati. Anche perché nel nuovo tempo del distanziamento sociale gli smartphone diventano nuovi compagni di viaggio e di acquisto.
L'interessante ricerca #RestartItalia realizzata dalla job community dei lavoratori della rete Wwworkers.it con il supporto della Pmi innovativa tree, in partnership con AGIA Associazione Giovani Imprenditori di CIA-Agricoltori Italiani e GammaDonna, su un campione di oltre 400 piccole e medie aziende, professionisti, artigiani e agricoltori ha fatto un quadro preciso e chiaro di come hanno reagito quelle piccole imprese che fanno grande l'Italia.

La risposta del sistema produttivo dei global microbrand al contesto emergenziale e critico

Lo tsunami abbattutosi sulle piccole imprese ha generato una pluralità di risposte all’emergenza: il 31% ha mantenuto soltanto alcune linee di produzione, il 16% ha riconvertito con uno specifico prodotto o servizio la propria filiera generando un cambio del modello di business. Ma a fronte di un 24% che non ha subito cambiamenti spicca un 27% che ha dovuto chiudere l’azienda, adeguandosi alle restrizioni normative.
Oltre il 70% degli imprenditori intervistati è concorde nel ritenere che innovazione e digitalizzazione sono gli ingredienti fondamentali che hanno permesso alla loro azienda di fronteggiare l’emergenza. Ciò che emerge è un cambio di utilizzo dei canali di comunicazione. E di riflesso di vendita. Così è stato per il 42% degli intervistati, con la scelta prevalente di abbracciare i social media (87%). A seguire l’e-commerce (39%), la relazione sulle chat di instant messagging WhatsApp, Telegram, Facebook Messenger (32%), la creazione di video su YouTube (16%) o di video in live streaming (32%). E in sparuti casi l’implementazione di progetti legati alla realtà virtuale (2%) o alla gamification (1%). Tra i social rafforzati nella ridefinizione del lavoro si sono imposti quelli di casa Zuckerberg, in testa Facebook (93%) e Instagram (72%). Pagine nuove da scrivere, nonostante tutto. I sentimenti prevalenti sono stati in modo analogo quelli di opportunità (33%) e disorientamento (27%). Ma nelle sfumature ci sono anche coraggio (14%), ansia (11%), paura (9%). Micro-imprese che dialogano con la comunità territoriale di riferimento, offrendo anche risposte: la maggioranza ha promosso azioni per sostenere e tranquillizzare i collaboratori (64%), oltre la metà ha intrapreso attività a favore della tua comunità (51%).

Come gestire i social in una situazione di lockdown

I social possono diventare un mezzo indispensabile in situazioni di Lockdown: il mezzo ideale per promuovere le piccole attività a carattere locale, come ristoranti, pizzerie, panifici, esercizi commerciali in genere, palestre, mobilifici, etc.. Basta sapere come fare. Se sei una di queste attività e hai poco tempo a disposizione per usare i social nel modo corretto, dovendosi, giustamente, occupare prima di tutto del proprio lavoro, rivolgiti con fiducia ad una Web Agency come Motivo Network!

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